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Chilometro Zero: una scelta per l’ambiente e l’economia locale

In un’epoca come la nostra in cui tutto viene prodotto a livello industriale e in cui i confini tra stati sono stati abbattuti, il Km 0 sembra la soluzione al controllo più attento a ciò che finisce sulle nostre tavole. E’ sicuramente bello poter avere a disposizione un’ampia varietà di alimenti importati da paesi diversi, così come trovare sugli scaffali dei supermercati una fonte apparentemente inesauribile di prodotti facenti parte della nostra tradizione. Il problema è che, nella stragrande maggioranza, troviamo prodotti industriali che hanno perso il loro potere nutrizionale: i lunghi processi a cui vengono sottoposti causano infatti la perdita di molti nutrienti utili per la salute.

L’importanza del Km 0

La globalizzazione ci ha abituati a un tipo di mercato rivolto alla grande produzione e distribuzione favorendo, in questo modo, le multinazionali alimentari a scapito dei piccoli produttori. Il problema di questo tipo di mercato è che la modalità di produzione e distribuzione del cibo è stata cambiata e ha modificato le nostre abitudini alimentari accrescendo le distanze tra consumatore e produttore. Per di più prima di giungere sugli scaffali, i prodotti che troviamo nei supermercati dovranno essere trasportati per chilometri e chilometri e per far ciò dovranno essere sottoposti preventivamente a dei processi che permettano di preservali. Oltretutto, prima di essere acquistati, dovranno essere trasportati da luogo in luogo avendo un impatto ambientale negativo oltre ad un aumento dei costi che si riflette sul prezzo finale del prodotto. Per mantenere gli standard di resa della produzione industriale, la qualità del prodotto diminuirà perché, come succede per esempio per i grani, le modificazioni a cui vengono sottoposte le materie prime avranno un impatto negativo sul potere nutrizionale. Un altro esempio di abbassamento della qualità proviene dal mercato ortofrutticolo industriale: qui i prodotti vengono raccolti prima della loro effettiva maturazione non permettendo ai frutti la completa maturazione che ne garantisce il completo valore nutrizionale.

Quali sono i vantaggi del Km 0?

Contro il modello globalizzato della produzione, abbiamo la possibilità di acquistare cibi biologici, a chilometro zero che garantiscono stagionalità e che sono coltivati e prodotti nel rispetto dei cicli naturali, senza l’uso di prodotti chimici e tossici. Contrariamente alla grande distribuzione, il Km 0 ha un minor impatto ambientale poiché riduce al minimo gli imballaggi dei prodotti e l’emissione di C02 dovuta ai lunghi trasporti, causa primaria dell’incremento dell’inquinamento. Il Km 0, oltre ad essere una scelta per la salute, rappresenta dunque una risorsa per l’ambiente sia in termini di salubrità dell’aria sia nella valorizzazione di produzioni locali, ha portato alla riscoperta delle tradizioni e a una maggiore consapevolezza della propria identità territoriale grazie alla valorizzazione delle ricette tipiche.

Perché preferire la filiera corta e il Km 0?

La filiera corta e le produzioni a Km 0, favoriscono uno stile di vita sostenibile limitando i passaggi produttivi e le intermediazioni in virtù di una vendita diretta di prodotti sani, freschi e di qualità a prezzi convenienti. In questo modo si incentiva l’economia territoriale, promuovendo i piccoli venditori che coltivano con cura e artigianalità i loro prodotti. La tendenza al consumo di prodotti a km 0, per fortuna, negli ultimi anni ha preso largo piede in tutto il mondo e, in special modo in Italia, c’è una sempre maggiore sensibilità alla qualità e all’eco-sostenibilità della produzione alimentare. L’Italia è infatti la prima in classifica nella produzione dei migliori alimenti biologici: molte regione italiane tra cui la Sicilia riescono a offrire numerosi prodotti di qualità come frutti, ortaggi e grani antichi. In particolare, c’è una riscoperta dei grani antichi che vengono tutt’ora prodotti da piccole aziende del sud Italia che affrontano la concorrenza del grande mercato distributivo per garantire qualità e nutrienti. Acquistare grani antichi siciliani, come altri prodotti della nostra terra, è un modo per incentivare la filiera corta sostenendo la produzione agroalimentare locale e preservando ciò che abbiamo di più caro: la tradizione della nostra terra.

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